Pubblicato per la prima volta in un’edizione italiana che tiene conto dello stile grafico-stilistico progettato dall’autore, La confessione di Lúcio è un testo stratificato che si delinea come un classico noir: un triangolo d’amore impossibile, una donna fatale, un omicidio e un colpevole. Ma sin dall’inizio ci si rende conto che la vicenda è solamente apparenza. È un simulacro che nasconde una seconda ammissione, molto più profonda, che germina a contatto con le riflessioni delle avanguardie che, nella Parigi di inizio Novecento, svelano la complessità dell’Io e la sua non unicità. Il doppio che spezza, frantuma e oltrepassa l’individualità è l’inizio di un processo che va a intercettare l’inconscio per riportarlo a galla, fino a obbligare il protagonista a confrontarsi con la propria sessualità. Il romanzo è il resoconto fedele di un delitto e di un’espiazione, che a ogni approccio propone una visione diversa: ammaliante e conturbante, onirica e disperata, sempre in bilico tra l’inconfessabile verità e la necessaria menzogna. La confessione di Lúcio è il trauma di accettare se stessi.
Mário
de Sá-Carneiro (Lisbona, 19
maggio 1890
– Parigi, 26 aprile 1916) è oggi considerato una figura chiave del modernismo portoghese. La sua opera unisce la decadenza del simbolismo con la radicalità delle avanguardie europee.
Poeta, prosatore e drammaturgo, Sá-Carneiro fu uno dei più importanti ideatori,
insieme all’amico Fernando Pessoa e a José de Almada-Negreiros, della rivista
letteraria portoghese Orpheu. Del profondo rapporto che lo legò a Fernando Pessoa è testimonianza l’intenso scambio epistolare, iniziato nell’ottobre del 1912 e protrattosi fino a una
settimana prima del suicidio di Sá-Carneiro in
un albergo parigino, a soli venticinque anni.
La confessione di Lúcio
di Mário
de Sá-Carneiro
collana: Marta
pag: 192
euro quindici
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